Ourense,01.03.2016
Señorita y
caballeros, hola! Que tal? Espero muy bien :)
Oggi pomeriggio, riguardando delle vecchie foto nel computer,
me ne è capitata una in cui i miei cuginetti di 7 e 4 anni ed io giocavamo con
l’I-pad dello zio. Tutto ciò mi ha fatto pensare a quanto sia normale per i
“nativi digitali” selezionare su uno schermo quello che vogliono fare con un
semplice gesto delle mani…che sia il cercare video di cartoni animati senza
nessun aiuto o aprire qualche app per giocare con numeri e lettere, colorare e
cambiare i vestiti alla principesse.
Per questo motivo ho voluto cercare qualcosa di più
specifico al riguardo, e mi sono imbattuta su ESTO
articolo del Corriere della Sera che verte sull’uso dei tablet da parte dei
bambini più piccoli.
Bisogna dire che sul mercato esistono tablet specifici per i
giovanissimi, come il Clempad o il KidzInMind, che selezionano le app per
contenuto e linguaggio e non inseriscono link esterni, pubblicità e opzioni di
pagamento. Questi sono un valido supporto per la costruzione di un rapporto
educativo, utile e, allo stesso tempo divertente, tra i bambini e la tecnologia,
con la quale possono, per esempio, scattare foto, disegnare, imparare
attraverso app educative adatte alla loro età l’inglese, la matematica o la scienze.
Tutto questo, però, può portare comunque il bambino ad avere
alcune difficoltà nell’apprendimento del linguaggio e nella socializzare con
gli alri, senza parlare degli ovvi problemi alla postura e alla vista. Inoltre,
i pochi minuti giornalieri trascorsi davanti al monitor posso trasformarsi in
ore e ciò può creare dipendenza, condizione facilmente verificabile attraverso
l’irritabilità, il nervosismo e la tristezza del bambino dopo che il tablet è
stato tolto loro dalle mani.
Si possono comunque imporre, per esempio, alcuni limiti di
tempo nell’,utilizzo, e dire quando non è assolutamente permesso l’uso, come
per esempio durante i pasti, durante lo svolgimento i compiti pomeridiani e a
letto.
Un’altra soluzione efficace è quella di utilizzare il tablet
insieme, genitori e bambini, per insegnare loro la giusta maniera di utilizzo e,
allo stesso tempo, controllarli senza destare troppi sospetti.
Non è necessario demonizzare lo strumento, infatti esso è
una realtà dei nostri giorni e chi “esplora” il mondo non può non entrarne in
contatto, anche perché Tabet e I-pad sono, in ogni caso, una via di mezzo tra
qualcosa di animato e di inanimato, pertanto nel rendono il bambino troppo
passivo durante l’utilizzo.
Non ha tuttavia senso farlo adoperare prima dei 3 anni.
D’altra parte, potrebbe essere molto utile durante gli anni della scuola
primaria, per aiutare il bambino a sviluppare capacità di multitasking e alcune
abilità specifiche.
Detto questo, non è comunque meglio che i bambini, finiti i
compiti, vadano al parco a giocare a pallone insieme ai propri amici?
Tabletmente
vostra, Irene.
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